Negli Stati Uniti, la metà delle persone sopra i 64 anni ha almeno 2 malattie croniche. Se una di queste è il tumore prostatico, altre tre condizioni croniche che sono ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e diabete, fanno “a gara” per essere la seconda malattia.
Così, un gruppo di ricercatori statunitensi e canadesi ha voluto misurare gli effetti dell'esercizio fisico ad alta intensità (HIIT, iniziali di High Intensity Interval Training) nel controllo delle malattie cardiovascolari che così frequentemente colpiscono le persone con un tumore della prostata.
L'HIIT consiste fondamentalmente in momenti di allenamento intenso (da adeguare alle possibilità e al grado di allenamento di ciascuno), intervallati a momenti di recupero e, in generale, consente di ottenere risultati migliori rispetto all'allenamento a intensità costante.
Nel lavoro, pubblicato nello stesso numero di ottobre 2021 di JAMA Oncology, ad un gruppo di persone con tumore della prostata in cui era stata impostata solo una valutazione attendista con sorveglianza attiva (il cosiddetto “wait and watch”) è stato chiesto di effettuare tre volte alla settimana una attività di HIIT e di protrarre questo tipo di esercizio per 12 settimane (Kang D-W et al. JAMA Oncol 2021 Aug 19; [e-pub]).
Si trattava di effettuare solo camminate veloci alternate a fasi di camminata più lenta, raggiungendo sul “tappeto” valori compresi tra 85% e 95% del picco di consumo di ossigeno (V̇o2).
Ad esempio, come riferito nell'articolo del dottor Mattia Cappelletti “Come dimagrire e restare in forma dopo i 65 anni”, lo schema di esercizio potrebbe essere:
Iniziare con una camminata di riscaldamento di qualche minuto (indicativamente 3-5 minuti)Compiere 3 minuti di camminata a passo decisamente spedito Far seguire a questo “sprint” altri 3 minuti di camminata rilassata, di recupero.Ripetere il ciclo “sprint+recupero” per almeno 5 volte
I risultati sono stati molto incoraggianti sul piano cardiovascolare poiché si è verificato un netto miglioramento della funzione cardiorespiratoria (era l'obiettivo del lavoro), ma in modo inaspettato si sono visti decrescere i valori di PSA e soprattutto si è evidenziato un controllo significativo della crescita cellulare del tumore “in osservazione”.
Questi risultati non si sono evidenziati nel gruppo di controllo, che pure effettuava comunque la usuale attività fisica.
Si tratta di un lavoro effettuato su un numero limitato di pazienti e che ha bisogno di ulteriori conferme e della impostazione di una ricerca su larga scala, ma la significatività dei risultati è di estremo rilievo e non si sbaglia di certo impostando in pazienti con una patologia tumorale una attenzione alla attività fisica.
Questo è uno dei motivi per cui in quasi tutte le patologie tumorali che seguiamo nel centro SMA in cui lavoro, attraverso specifici percorsi terapeutici, controlliamo sempre la sensibilità agli zuccheri, personalizzando la dieta sulla base dello studio del profilo alimentare individuale (zuccheri e alimenti) e discutiamo sempre della attività fisica, in grado di supportare le terapie farmacologiche in corso nel modo più giusto.
Come il lavoro di JAMA ha evidenziato, il beneficio non è solo sulla funzione cardiovascolare ma anche sul controllo della forma tumorale. La percezione individuale di questa possibilità aiuta a sentire nelle proprie mani, di nuovo, la capacità di recuperare la salute e d il benessere anche nel caso di gravi patologie.