I pazienti affetti da osteoporosi spesso "non sono curati adeguatamente". Lo affermano gli esperti che, in vista della Giornata mondiale dell'osteoporosi che si celebra il 20 ottobre, affermano come "prevenzione" debba essere la parola d'ordine per medici e cittadini: l'80% dei pazienti con frattura da osteoporosi, affermano, non è infatti sottoposto a terapia per evitarne una seconda, né ad accertamenti per verificarne le cause, e in Italia 5 milioni di persone con osteoporosi sono "in grave pericolo". L'allarme degli esperti della Società Italiana dell'Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS) è rivolto quest'anno ai medici, in prima linea per evitare le "fratture a cascata". Un osso rotto significa il 90% di probabilità di rompersene un altro, e infatti il 50% delle persone con frattura da fragilità ne subisce un'altra dopo 6-8 mesi. Parola d'ordine è "Prevenzione" non solo di rischi per il paziente ma anche di costi per il sistema sanitario nazionale. Come recita la campagna dell'International Osteoporosis Foundation, "le fratture da fragilità non sono incidenti". Secondo gli ultimi dati, in 10 anni il numero assoluto di fratture di femore da osteoporosi in Italia è cresciuto rispettivamente del 27% e del 36% nel sesso femminile e in quello maschile. Se nella donna la causa principale dell'osteoporosi è legata al deficit estrogenico dopo la menopausa, nel maschio, nella maggior parte dei casi (circa 65-70%), è dovuta per esempio a uso di farmaci, altre patologie che determinano perdita di massa ossea o, infine, abuso di alcol. (ANSA)