L'antidolorifico ibuprofene se assunto in maniera prolungata nelle prime 24 settimane di gravidanza può mettere a rischio la fertilità delle figlie. Questo perché riduce il deposito di ovociti nelle ovaie. E' quanto emerge da uno studio dell'Inserm (Institut national de la santé et de la recherche médicale) a Rennes, in Francia, pubblicato su Human Reproduction.
«Le bambine nascono con un numero finito di follicoli nelle ovaie e questo definisce la loro futura capacità riproduttiva da adulte», evidenzia Séverine Mazaud-Guittot, che ha guidato lo studio. «Una riserva iniziale scarsamente fornita comporterà una riduzione della durata della riproduzione, menopausa precoce o infertilità - tutti eventi che si verificano decenni più tardi nella vita».
«Lo sviluppo dei follicoli nel feto - aggiunge - non è completato entro la fine del primo trimestre, quindi se il trattamento con ibuprofene è breve possiamo aspettarci che la riserva ovarica si riprenda in una certa misura. Ma abbiamo scoperto che l'esposizione a ibuprofene da due a sette giorni ha ridotto drasticamente la riserva di cellule nelle ovaie fetali umane durante il primo trimestre di gravidanza e le ovaie non hanno recuperato completamente da questo danno».
Per arrivare a questa conclusione sono stati analizzati feti umani tra le 7 e le 12 settimane di sviluppo, da interruzioni di gravidanza legalmente indotte e con il consenso delle madri. Quindi è stato coltivato il tessuto ovarico in laboratorio; una parte del tessuto di ciascun feto è stata esposta a ibuprofene e una seconda (il controllo) no. Sono stati analizzati campioni di 185 feti. Inoltre, i ricercatori hanno misurato la quantità di ibuprofene nel sangue nel cordone ombelicale al fine di analizzare quanto il feto sarebbe stato esposto, scoprendo che questo antidolorifico attraversa la barriera placentare. (ANSA)