Non andare sopra i 3000 metri, scegliere escursioni non troppo faticose e portarsi sempre dietro una scorta d'acqua: sono alcuni degli accorgimenti indicati da Alt (Associazione per la Lotta alla Trombosi) a chi pensa ad una vacanza in montagna e soffre di ipertensione.
E' un falso mito infatti che la montagna causi problemi a chi ha la pressione alta, se si seguono delle regole semplici come quelle indicate nel decalogo del 'Buonsenso ad Alta Quota'. Il primo consiglio è di evitare di andare oltre i 2500-3000 metri, perché la pressione arteriosa aumenta a causa dell'aria più rarefatta e dell'assenza di ossigeno, e di premunirsi contro le basse temperature, che portano ad un naturale innalzamento della pressione. Meglio limitare le attività intense, perché la fatica fa aumentare la pressione.
Quindi sì alle escursioni, ma con moderazione e in luoghi che non richiedano grandi impegni. È bene poi evitare grappe, liquori, e fumo, e se si ha un calo dell'appetito (chiamato 'anoressia da alta quota'), causato dalla mancanza di ossigeno, si consiglia di fare più spuntini durante il giorno con cibi facilmente digeribili e in piccole quantità, evitando quelli più grassi e ricchi di sale.
Durante le passeggiate ricordarsi di portare sempre con sé almeno mezzo litro d'acqua, e anche in vacanza non dimenticarsi di prendere i propri farmaci, senza considerare il fuso orario. Se si viaggia in aereo, vanno messi in un sacchetto di plastica a parte, ricordando che sopra i 3500 metri i farmaci smettono di fare effetto.
Infine è consigliabile monitorare i propri dati sanguigni con costanza, anche a domicilio, portare con sè un foglio con le proprie generalità, eventuali allergie, malattie e medicine assunte, e un kit di sopravvivenza, con repellenti per insetti, bende elastiche, lassativi, antiinfiammatori, antibiotici, antidiarroici, antidolorifici, cerotti, sonniferi, apparecchio per la pressione, bombolette di ossigeno. (ANSA)