Il test PerMè consente di controllare contemporaneamente i diversi aspetti infiammatori legati all’alimentazione, che possono essere causa di molti sintomi e disturbi indicando il percorso e lo stile di vita alimentare adatto alle esigenze di ogni persona.
Grazie a questo test è possibile conoscere il tuo profilo alimentare individuale, il livello dei marcatori di infiammazione, la personale sensibilità agli zuccheri e le eventuali predisposizioni genetiche presenti nell’organismo. Verranno suggeriti su base scientifica e personalizzata i cibi da gestire per modulare al meglio le risposte infiammatorie arrivando a mantenere, senza particolare sforzo, uno stile alimentare sano, completo e variato.
INFIAMMAZIONE DA ALIMENTI
Attraverso questo test si misurano i livelli di due citochine infiammatorie (BAFF e PAF) che sono anche correlati al tipo di alimentazione e i livelli di IgG alimento-specifiche legati all’eccessivo o ripetitivo consumo di alimenti o di gruppi alimentari. L’introduzione ripetuta di specifici alimenti o di gruppi alimentari può determinare uno stato infiammatorio che viene rilevato attraverso la lettura di due indicatori: BAFF e PAF. Parallelamente, attraverso la lettura di Immunoglobuline G (IgG) alimento-specifiche, viene definito il Profilo Alimentare Personale. Queste immunoglobuline rappresentano la “spia” di un eccessivo o ripetuto consumo di uno o più specifici gruppi alimentari che possono contribuire al persistere di uno stato infiammatorio.
INFIAMMAZIONE DA ZUCCHERI
L’introduzione quotidiana di zuccheri (glucosio, amidi raffinati, fruttosio e sostanze, come l’alcol che ne condividono le vie metaboliche) può portare a veri e propri danni di tipo infiammatorio e all’alterazione del metabolismo. Il risultato fornisce indicazioni pratiche per modificare alcune abitudini alimentari per controllare in modo personalizzato il rapporto con gli zuccheri e conquistare e mantenere uno stato di benessere. Misurando albumina glicata e metilgliossale il test rileva la sensibilità glucidica individuale e identifica l’eccesso nel consumo di tutti i tipi di zuccheri molto prima che siano evidenti i danni che gli stessi possono provocare.
E’ stato di recente documentato che emoglobina glicata e glicemia a digiuno, valutati da soli, non possono rilevare i danni precoci provocati dagli zuccheri, anche quelli nascosti, utilizzati quotidianamente. Vengono rilevati in anticipo gli effetti potenzialmente dannosi degli zuccheri (come fruttosio, glucosio, maltosio, sorbitolo, galattosio e altri) e dell’alcol e si può monitorare la risposta ai cambiamenti nutrizionali e alla eventuale impostazione terapeutica.