Che cos'è lo Zen?
Per definire lo Zen bastano tre parole: “essere nella realtà”, dove la realtà è tutto ciò che è direttamente percepibile attraverso i sensi.
Lo Zen (termine giapponese derivato dal cinese chan che a sua volta deriva dal sanscrito dhyāna che significa “meditazione”) nasce dall’esperienza di Buddha Śākyamuni che, oltre 2500 anni fa, seduto nella postura di zazen, ha realizzato il completo “Risveglio”.
L’Illuminazione di cui si parla spesso è nello Zen il “semplice risvegliarsi alla realtà”.
Alla base dello Zen non c’è alcun testo dottrinale e alcuna spiegazione razionale. Il fulcro dell’attività nello Zen rimane l’esperienza personale diretta derivante dell’auto osservazione non reattiva di se stessi. Lo Zen non è una filosofia né una religione, ma pratica vera e propria: è arte di vivere.
La “via dello Zen” si percorre su due piani:
– il piano della pratica formale: la meditazione seduta (zazen), da eseguirsi in tempi e modi definiti, in cui si impara e si sperimenta lo Zen;
– il piano dell’atteggiamento: modo di vedere e di fare in ogni evento del quotidiano ed è il vero campo di applicazione.
La Meditazione Zen
Vi sono molti tipi di meditazione anche nei sentieri non buddhisti.
Nel Dharma è una pratica in cui ci si rivolge verso l’interno di se stessi, utilizzando differenti tecniche. Si inizia cercando di eliminare – o almeno ridurre – gli stati mentali grossolani, l’agitazione prodotta dai veleni mentali, il continuo inutile chiacchierare della mente.
Perché nello Zen la meditazione viene chiamata zazen?
Zazen è una parola giapponese che significa meditazione da seduti ed è il ritorno al “qui e ora”, la condizione normale del corpo e della mente, cioè la forma adulta della nostra vita.
Cercando di rimanere immobili e in silenzio e seduti nella postura giusta (cioè, stabile, eretta e priva di tensioni), si genera una respirazione calma, regolare, profonda e completa. Sorge così spontanea-mente un corretto stato mentale: benevolo, quieto, aperto, presente, concentrato, separato dai contenuti del pensiero, libero dai giudizi e dalle elaborazioni concettuali.